Il Papa emerito Benedetto XVI si difenderà per omesso controllo nel processo contro i preti pedofili in Baviera

di Gian Guido Vecchi

L’indagine sugli abusi pedofili nella diocesi di Monaco chiama in causa l’allora arcivescovo Joseph Ratzinger «per quattro casi» nel periodo nel suo episcopato in Baviera, dal 1977 al 1982

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CITTÀ DEL VATICANO - Il Papa emerito Benedetto XVI «intende difendersi» da una denuncia sporta al tribunale provinciale di Traunstein, in Baviera, che si riferisce al rapporto del gennaio scorso redatto dallo studio legale «Westpfahl Spilker Wastl» su 497 casi di abusi compiuti nella Chiesa di Monaco nel dopoguerra e accusava Ratzinger di «comportamenti erronei» per non aver agito in «quattro casi» quando guidava la diocesi bavarese, dal 1977 al 1982.

Un portavoce del tribunale tedesco lo ha confermato all’agenzia Ansa, aggiungendo che l’annuncio della difesa «per ora non presenta elementi di contenuto». I legali del papa emerito invieranno una memoria difensiva. La denuncia era stata presentata lo scorso giugno da una delle vittime del prete pedofilo Peter Hullerman, allora si parlò di una causa civile. Hullermann, tra il 1973 e il 1996, ha abusato di almeno 23 ragazzi dagli 8 ai 16 anni.

Nel 1980 fu inviato dalla diocesi di Essen a Monaco con una diagnosi di «disturbo narcisistico di base con pedofilia ed esibizionismo» per seguire una psicoterapia, ma finì a lavorare come assistente in una parrocchia. Secondo gli autori del rapporto, nella riunione del 15 gennaio 1980 che decise il trasferimento del prete a Monaco, l’allora arcivescovo Joseph Ratzinger avrebbe dato il via libera all’attività pastorale del sacerdote pur essendo a conoscenza delle accuse. E il fatto che i legali di Ratzinger avessero in un primo tempo negato la sua presenza alla riunione veniva citato come prova di scarsa credibilità.

Nella sua lettera di risposta al rapporto, Benedetto XVI si era detto «profondamente colpito» che una «svista» dei collaboratori nella memoria difensiva «sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo». E in generale aveva accusato gli esperti che hanno curato il rapporto di «Stimmungsmache», propaganda, e «pura speculazione» contro di lui.

Così i collaboratori del Papa emerito avevano replicato alle accuse: «Joseph Ratzinger non era a conoscenza né del fatto che il sacerdote fosse un abusatore, né che fosse inserito nell’attività pastorale. Gli atti mostrano che nella riunione dell’Ordinariato del 15 gennaio 1980 non si decise l’impiego del sacerdote per un’attività pastorale. Gli atti mostrano anche che nella riunione in questione non si trattò del fatto che il sacerdote aveva commesso abusi sessuali. Si trattò esclusivamente della sistemazione del giovane sacerdote a Monaco di Baviera, perché lì doveva sottoporsi a una terapia. Si corrispose a questa richiesta. Durante la riunione non venne menzionato il motivo della terapia. Nella riunione non venne perciò deciso di impiegare l’abusatore in alcuna attività pastorale».

8 novembre 2022 (modifica il 8 novembre 2022 | 20:23)